Il campo di concentramento di Dachau, cittadina nei pressi di Monaco, fu il più longevo del Terzo Reich. Hilmar Wäckerle ne venne nominato comandante già il 19 aprile del 1933, sotto il governo di coalizione del Partito Nazional Socialista e del partito cattolico Zentrum. In oltre un decennio d'attività del campo, a Wäckerle succederanno 6 comandanti.

Struttura concentrazionaria a discriminazione politica: questo era Dachau nei primissimi anni d'operatività. Qui furono rinchiusi soprattutto comunisti e socialdemocratici. La natura "storica" ed insieme "politica" del campo fece sì che l'autogestione dei Kapò fosse perlopiù a carico dei triangoli rossi (prigionieri politici), e non di quei criminali comuni che in altri di campi di concentramento abusarono del potere loro concesso, terrorizzando i prigionieri non meno degli aguzzini nazisti.
Un momento cruciale nella storia di Dachau - e, più in generale, in quella della Shoah - fu il giugno del 1933, quando a Theodor Eicke venne affidata la struttura ingenieristica del campo. Da allora, tutti i campi di concentramento del Terzo Reich, anche quelli costruiti molti anni dopo Dachau, non poterono non tener conto del "modello concentrazionario" di Eicke.

Con un solo forno crematorio attivo, la principale causa di morte a Dachau, prima dello scoppio della guerra, rimaneva strettamente legata alle dure condizioni di lavoro forzato - con picchi nel 1937 e nel 1938, a seguito dell'ampliamento del campo. Non erano però infrequenti casi di fucilazioni sommarie dei prigionieri.
Le condizioni di vita - pur già tremende - peggiorarono a partire dal 1941. In una delle 32 baracche dell'area concentrazionaria iniziarono i primi esperimenti scientifici: fu inoculato il virus della malaria ad oltre 1.000 prigionieri; per l'aviazione tedesca, furono studiati gli effetti sul corpo umano della rottura della cabina pressurizzata e della caduta nelle acque gelide. L'area del crematorio, inoltre, separata da quella concentrazionaria, fu estesa con la costruzione di nuovi forni, e nel 1943 fu ultimata anche una camera a gas.
Con l'avanzare della guerra, Dachau - per la sua posizione centrale - accolse numerosi deportati con esperienze in altri campi di concentramento, via-via evacuati, rendendo così le condizioni di vita ancor più insostenibili. Solo dopo migliaia di vittime e lo scoppiare dell'epidemia di tifo dal dicembre del 1944 (la quale causò oltre 200 morti al giorno), Dachau fu liberato il 29 aprile 1945, due giorni dopo Auschwitz-Birkenau.
Si stima che a Dachau, dei 206.206 internati nei dodici anni d'operatività, siano morte oltre 30.000 persone.
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I campi del Terzo Reich
Arbeitsdorf
(Germania). Campo di lavoro, operativo dall'aprile all'ottobre del 1942.
Vi morirono almeno 500 persone.
Auschwitz
(Polonia). Campo di sterminio e di lavoro, operativo per 1.713 giorni,
dal 20 maggio 1940 al 27 gennaio 1945. Era composto da numerosi campi
satellite, tra i quali è tristemente noto quello di Birkenau. Vi
morirono oltre un milioni di individui.
Bardufoss
(Norvegia). Campo di concentramento reso operativo nel marzo del 1944.
Morirono lì circa 250 persone.
Bełżec
(Polonia). Campo di sterminio, attivo dal marzo del 1942 al giugno
dell'anno seguente. In poco più di un anno furono sterminate circa
500.000 persone.
Bergen-Belsen
(Germania). Campo di concentramento operativo dall'aprile del 1943 allo
stesso mese del 1945. Solo nel 1945 morirono circa 35.000 deportati, ed
altri 30.000 a seguito della liberazione del campo.
Bolzano
(Italia). Campo di concentramento e transito, operativo dal luglio 1944
all'aprile del 1945. Almeno 60 internati vi sono stati uccisi.
Bredtvet
(Norvegia). Adibito a campo di concentramento dall'autunno del 1941.
Breendonk
(Belgio). Campo di concentramento e lavoro, attivo per 4 anni (dal 1940
al 1944). Vi morirono circa 400 prigionieri.
Breitenau
(Germania). Campo di lavoro e concentramento. Nei primi anni '30 fu un
campo di lavoro per il "recupero" dei prigionieri; riaperto nel 1940,
come campo di concentramento, fu liberato nel 1945.
Buchenwald
(Germania). Campo di lavoro attivo dal luglio 1937 all'aprile del 1945.
Vi morirono circa 50.000 internati.
Chełmno
(Polonia). Campo di sterminio attivo in due momenti: dal dicembre del
1941all'aprile del 1943, e dall'aprile del 1944 al gennaio del 1945. Si
stimano che vi abbiano perso la vita almeno 200.000 deportati.
Dachau
(Polonia). Il campo di concentramento operativo per più tempo: dal marzo
1933 all'aprile del 1945. Morirono qui oltre 30.000 internati.
Falstad
(Norvegia). Campo di concentramento operativo dal dicembre 1941 al
maggio del 1945. Vi morirono oltre 200 persone.
Flossenbürg
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1938 al 1945. Si contano
almeno 30.000 vittime.
Fossoli
(Italia). Campo di transito operativo dal gennaio all'agosto del 1944.
Vi morirono 67 internati politici.
Grini
(Norvegia). Campo di concentramento attivo dal 1941 al 1945. Vi furono
rinchiusi oltre 20.000 prigionieri; sconosciuto il numero delle vittime.
Gross-Rosen
(Germania). Campo di concentramento operativo dall'agosto del 1940 al
febbraio del 1945. Almeno 40.000 i caduti.
Herzogenbusch
(Paesi Bassi). Campo di concentramento e transito attivo dal 1943 al
1944. Oggi è monumento nazionale.
Hinzert
(Germania). Campo di concentramento attivo dal luglio 1940 al marzo del
1945. Si stimano almeno 300 caduti.
Jasenovac
(Croazia). Campo di sterminio, che dall'agosto del 1941 all'aprile del
1945 vide morire 700.000 deportati.
Janowska (Lwów)
(Ucraina). Campo di concentramento e sterminio operativo dal settembre
1941 al novembre 1943. dal 1939 al 1944. Sconosciuto il numero esatto
delle vittime, comunque stimato attorno alle 100.000 unità.
Kaufering/Landsberg
(Germania). Campo di concentramento operativo dal 1943 al 1945.
Moriraranno qui oltre 10.000 internati.
Klooga
(Estonia). Campo di concentramento che dall'estate del 1943 al settembre
del 1944 vide morire oltre 2.000 deportati.
Majdanek
(Polonia). Campo di sterminio operativo per 3 anni (1941-1944), dove
morirono almeno 200.000 deportati.
Malchow
(Germania). Campo di concentramento e lavoro attivo dal '43 al '45 e
dipendente dal campo femminile di Ravensbrück.
Maly Trostenets
(Bielorussia). Campo di sterminio operativo dal luglio del 1941 al
giugno del 1944. Vi morirono tra i 200 e i 500mila deportati.
Mauthausen-Gusen
(Austria). Uno dei campi di lavoro e sterminio più durevoli nel tempo:
dal 1938 al 1945. Morirono qui circa 100.000 deportati.
Mechelen
(Belgio). Campo di transito operativo dal 1942 e funzionale al
concentramento degli ebrei per il campo di sterminio di
Auschwitz-Birkenau.
Mittelbau-Dora
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1943 al 1945. Vi morirono
almeno 20.000 internati.
Natzweiler-Struthof
(Francia). Campo di concentramento operativo dal 1941 al 1944. Vide
morire circa 25.000 deportati.
Neuengamme
(Germania). Campo di concentramento attivo dal dicembre del 1938 al
maggio del 1945. Morirono qui oltre 50.000 persone.
Niederhagen
(Germania). Piccolo campo di concentramento operativo per poco più di un
anno (settembre 1941 - inizio 1943). Dei 3.900 prigionieri, 1.285
morirono qui.
Oranienburg
(Germania). Campo di concentramento di modeste dimensioni. Vi morirono
almeno 16 internati.
Osthofen
(Germania). Campo di internamento attivo solo dal marzo del 1933 al
luglio del 1934.
Płaszów
(Polonia). Campo di concentramento operativo dal dicembre del 1942 al
gennaio del 1945. Degli oltre 150.000 prigionieri, persero la vita
almeno in 10.000.
Ravensbrück
(Germania). Campo di concentramento attivo dal maggio del '39 all'aprile
del 1945, noto per ospitare donne e bambini. Dei 150.000 deportati, ne
morirono quasi 100.000.
Riga-Kaiserwald
(Lettonia). Campo di concentramento operativo dal 1942 al 1944. Circa
20.000 i prigionieri, sconosciuto il numero delle vittime.
Risiera
di San Sabba
(Italia). Campo di detenzione e transito reso operativo dal settembre
del 1943 al 29 aprile del 1945. Si stima che almeno 5.000 persone
morirono nel campo.
Sachsenhausen
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1936 al 1945. Degli oltre
200.000 prigionieri, la metà persero la vita.
Sobibór
(Polonia). Campo di concentramento attivo dal 1939 al 1945. Morirono qui
oltre 60.000 deportati.
Stutthof
(Polonia). Campo di concentramento attivo dal 1939 al 1945. Morirono qui
oltre 60.000 deportati.
Lager Sylt
(Isola del Canale). Campo di concentramento attivo dal 1943 al 1944. Dei
circa 1.000 internati, morirono in 460.
Theresienstadt
(Repubblica Ceca). Ghetto e campo di transito attivo dal 1941 al 1945.
Morirono in 35.000.
Treblinka
(Polonia). Campo di sterminio attivo dal luglio del 1942 al novembre del
1943. In poco più di un anno vennero sterminati qui oltre 800.000
individui.
Westerbork
(Paesi Bassi). Campo di concentramento operativo dal 1939 al 1945.
Raccolse oltre 100.000 prigionieri; sconosciuto il numero delle vittime.

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