Nel campo di sterminio di Sobibór, assieme a quelli di Belzec e Treblinka, venne a concretizzarsi la liquidazione degli ebrei in Polonia (Aktion Reinhardt).
Il campo cresceva su di un'area boschiva, quindi ben occultata, nei pressi di un complesso di 16 campi di lavoro.

Sobibór, sotto il controllo di Franz Stangl dall'aprile del 1942, iniziò le operazioni di gassazione a partire dal maggio dello stesso anno, dopo che un primo carico di 250 ebrei (proveniente dal vicino campo di lavoro di Krychow) era stato avviato ad uno sterminio "sperimentale".
Anche nel campo di Sobibór, per tentare di prevenire rivolte, ai prigionieri veniva fatto credere che sarebbero stati impiegati in campi di lavoro, non prima della "disinfestazione". Spogliati di tutto, percorsa l'Himmelstrasse, i deportati venivano invece stipati in camere a gas e lasciati al loro unico reale destino: la morte per gassazione.

Nonostante il tentativo d'inganno da parte delle SS, a Sobibór riuscì un'azione di rivolta (era il 14 ottobre del 1943) guidata dal polacco Leon Feldhandler e dal prigioniero di guerra sovietico Alexander "Sasha" Pechersky: scoperti dopo aver ucciso undici guardie, circa 300 prigionieri fuggirono dal campo, superando anche il fuoco nemico. Di questi, se ne salvarono solo 50, grazie alla collaborazione della popolazione polacca.

Il campo di Sobibór fu evacuato qualche settimana dopo per decisione di Himmler. Si stima che qui siano morte 250.000 persone, principalmente ebrei.
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I campi del Terzo Reich
Arbeitsdorf
(Germania). Campo di lavoro, operativo dall'aprile all'ottobre del 1942.
Vi morirono almeno 500 persone.
Auschwitz
(Polonia). Campo di sterminio e di lavoro, operativo per 1.713 giorni,
dal 20 maggio 1940 al 27 gennaio 1945. Era composto da numerosi campi
satellite, tra i quali è tristemente noto quello di Birkenau. Vi
morirono oltre un milioni di individui.
Bardufoss
(Norvegia). Campo di concentramento reso operativo nel marzo del 1944.
Morirono lì circa 250 persone.
Bełżec
(Polonia). Campo di sterminio, attivo dal marzo del 1942 al giugno
dell'anno seguente. In poco più di un anno furono sterminate circa
500.000 persone.
Bergen-Belsen
(Germania). Campo di concentramento operativo dall'aprile del 1943 allo
stesso mese del 1945. Solo nel 1945 morirono circa 35.000 deportati, ed
altri 30.000 a seguito della liberazione del campo.
Bolzano
(Italia). Campo di concentramento e transito, operativo dal luglio 1944
all'aprile del 1945. Almeno 60 internati vi sono stati uccisi.
Bredtvet
(Norvegia). Adibito a campo di concentramento dall'autunno del 1941.
Breendonk
(Belgio). Campo di concentramento e lavoro, attivo per 4 anni (dal 1940
al 1944). Vi morirono circa 400 prigionieri.
Breitenau
(Germania). Campo di lavoro e concentramento. Nei primi anni '30 fu un
campo di lavoro per il "recupero" dei prigionieri; riaperto nel 1940,
come campo di concentramento, fu liberato nel 1945.
Buchenwald
(Germania). Campo di lavoro attivo dal luglio 1937 all'aprile del 1945.
Vi morirono circa 50.000 internati.
Chełmno
(Polonia). Campo di sterminio attivo in due momenti: dal dicembre del
1941all'aprile del 1943, e dall'aprile del 1944 al gennaio del 1945. Si
stimano che vi abbiano perso la vita almeno 200.000 deportati.
Dachau
(Polonia). Il campo di concentramento operativo per più tempo: dal marzo
1933 all'aprile del 1945. Morirono qui oltre 30.000 internati.
Falstad
(Norvegia). Campo di concentramento operativo dal dicembre 1941 al
maggio del 1945. Vi morirono oltre 200 persone.
Flossenbürg
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1938 al 1945. Si contano
almeno 30.000 vittime.
Fossoli
(Italia). Campo di transito operativo dal gennaio all'agosto del 1944.
Vi morirono 67 internati politici.
Grini
(Norvegia). Campo di concentramento attivo dal 1941 al 1945. Vi furono
rinchiusi oltre 20.000 prigionieri; sconosciuto il numero delle vittime.
Gross-Rosen
(Germania). Campo di concentramento operativo dall'agosto del 1940 al
febbraio del 1945. Almeno 40.000 i caduti.
Herzogenbusch
(Paesi Bassi). Campo di concentramento e transito attivo dal 1943 al
1944. Oggi è monumento nazionale.
Hinzert
(Germania). Campo di concentramento attivo dal luglio 1940 al marzo del
1945. Si stimano almeno 300 caduti.
Jasenovac
(Croazia). Campo di sterminio, che dall'agosto del 1941 all'aprile del
1945 vide morire 700.000 deportati.
Janowska (Lwów)
(Ucraina). Campo di concentramento e sterminio operativo dal settembre
1941 al novembre 1943. dal 1939 al 1944. Sconosciuto il numero esatto
delle vittime, comunque stimato attorno alle 100.000 unità.
Kaufering/Landsberg
(Germania). Campo di concentramento operativo dal 1943 al 1945.
Moriraranno qui oltre 10.000 internati.
Klooga
(Estonia). Campo di concentramento che dall'estate del 1943 al settembre
del 1944 vide morire oltre 2.000 deportati.
Majdanek
(Polonia). Campo di sterminio operativo per 3 anni (1941-1944), dove
morirono almeno 200.000 deportati.
Malchow
(Germania). Campo di concentramento e lavoro attivo dal '43 al '45 e
dipendente dal campo femminile di Ravensbrück.
Maly Trostenets
(Bielorussia). Campo di sterminio operativo dal luglio del 1941 al
giugno del 1944. Vi morirono tra i 200 e i 500mila deportati.
Mauthausen-Gusen
(Austria). Uno dei campi di lavoro e sterminio più durevoli nel tempo:
dal 1938 al 1945. Morirono qui circa 100.000 deportati.
Mechelen
(Belgio). Campo di transito operativo dal 1942 e funzionale al
concentramento degli ebrei per il campo di sterminio di
Auschwitz-Birkenau.
Mittelbau-Dora
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1943 al 1945. Vi morirono
almeno 20.000 internati.
Natzweiler-Struthof
(Francia). Campo di concentramento operativo dal 1941 al 1944. Vide
morire circa 25.000 deportati.
Neuengamme
(Germania). Campo di concentramento attivo dal dicembre del 1938 al
maggio del 1945. Morirono qui oltre 50.000 persone.
Niederhagen
(Germania). Piccolo campo di concentramento operativo per poco più di un
anno (settembre 1941 - inizio 1943). Dei 3.900 prigionieri, 1.285
morirono qui.
Oranienburg
(Germania). Campo di concentramento di modeste dimensioni. Vi morirono
almeno 16 internati.
Osthofen
(Germania). Campo di internamento attivo solo dal marzo del 1933 al
luglio del 1934.
Płaszów
(Polonia). Campo di concentramento operativo dal dicembre del 1942 al
gennaio del 1945. Degli oltre 150.000 prigionieri, persero la vita
almeno in 10.000.
Ravensbrück
(Germania). Campo di concentramento attivo dal maggio del '39 all'aprile
del 1945, noto per ospitare donne e bambini. Dei 150.000 deportati, ne
morirono quasi 100.000.
Riga-Kaiserwald
(Lettonia). Campo di concentramento operativo dal 1942 al 1944. Circa
20.000 i prigionieri, sconosciuto il numero delle vittime.
Risiera
di San Sabba
(Italia). Campo di detenzione e transito reso operativo dal settembre
del 1943 al 29 aprile del 1945. Si stima che almeno 5.000 persone
morirono nel campo.
Sachsenhausen
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1936 al 1945. Degli oltre
200.000 prigionieri, la metà persero la vita.
Sobibór
(Polonia). Campo di concentramento attivo dal 1939 al 1945. Morirono qui
oltre 60.000 deportati.
Stutthof
(Polonia). Campo di concentramento attivo dal 1939 al 1945. Morirono qui
oltre 60.000 deportati.
Lager Sylt
(Isola del Canale). Campo di concentramento attivo dal 1943 al 1944. Dei
circa 1.000 internati, morirono in 460.
Theresienstadt
(Repubblica Ceca). Ghetto e campo di transito attivo dal 1941 al 1945.
Morirono in 35.000.
Treblinka
(Polonia). Campo di sterminio attivo dal luglio del 1942 al novembre del
1943. In poco più di un anno vennero sterminati qui oltre 800.000
individui.
Westerbork
(Paesi Bassi). Campo di concentramento operativo dal 1939 al 1945.
Raccolse oltre 100.000 prigionieri; sconosciuto il numero delle vittime.

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