Il campo di sterminio di Treblinka fu parte di quel vasto piano, insieme ideologico ed operativo, che va sotto il nome di Operazione Reinhard e che trovò compimento anche nei campi della Polonia occupata di Belzec e Sobibór.
Treblinka sorgeva a 4 chilometri dall'omonimo villaggio, nei pressi della capitale Varsavia. Dall'aprile del 1941 servì come campo di lavoro per l'estrazione di materiale utile alla fortificazione dei confini di guerra: vi furono internati soprattutto ebrei e prigionieri politici polacchi.

Solo a partire dal maggio del 1942 iniziarono i lavori per "adattare" Treblinka allo sterminio sistematico degli ebrei, perlopiù provenienti dal sovraffollato e vicino ghetto di Varsavia. Si conta che oltre 300.000 ebrei furono deportati dal ghetto verso Treblinka nel giro di quattro mesi (luglio-ottobre 1942). La deportazione prima e lo sterminio poi avvennero sotto il controllo del comandante in capo delle SS Irmfried Eberl, già attivo negli orrori perpetrati all'interno della casa di cura mentale di Bernburg, convertita in campo di sterminio eugenetico. Ad Eberl succedette Franz Stangl, ex comandante del campo di Sobibór: questi decise, per assecondare una strategia psicologica di lì in poi frequentemente utilizzata, di camuffare la facciata di Treblinka in stazione ferroviara, facendo così credere ai deportati d'essere giunti solo in un punto di transito.
Treblinka era organizzato in due aree: il "Campo Inferiore" ed il "Campo Superiore", ovvero la zona di sterminio (Totenlager). Nell'area di Treblinka I trovarono spazio tutte quelle strutture in qualche modo deputate al funzionamento del campo, oltre che i magazzini per il contenimento di oggetti personali (e preziosi) dei deportati. L'infermeria, qui posta, era in realtà una baracca di sterminio presso la quale venivano condotti i prigionieri stremati dal lavoro forzato, ed i vecchi e malati rastrellati e deportati a Treblinka.
Treblinka I e Treblinka II erano separati da un breve sentiero in salita, che prese lo stesso nome (Himmelstraße: "Strada per il Paradiso") del tunnel che i prigionieri di Sobibór dovevano percorrere prima d'essere stipati nelle camere a gas. Non si hanno notizie circa l'utilizzo del letale Zyklon B nella camera a gas di Treblinka, dove centinaia di migliaia di ebrei morirono asfissiati dal monossido di carbonio, con un ritmo potenziale di circa 3.000 persone ogni tre ore.
Si pensa, inoltre, che nel campo di sterminio polacco non fu mai costruito un forno crematorio: i cadaveri, risultato della gassazione, venivano gettati in un'enorme fossa comune a cielo aperto e quindi inceneriti.

Il campo, pur presidiato da circa 30 SS e da oltre 100 guardie ucraine, fu oggetto di un tentativo di rivolta che precedette quello di Sobibór: erano le cinque del pomeriggio del 2 agosto del 1943, quando un cospicuo gruppo di prigionieri riusciva ad entrare nell'arsenale del campo, impossessandosi di piccole armi da fuoco; incendiate alcune baracche, la repressione nazista fu durissima e degli oltre 1.000 ribelli, solo 200 riuscirono a scappare da Treblinka, salvo poi incorrere in rastrellamenti e liquidazioni sommarie. Alla fine della guerra, si salvarono solo in 60.
L'ultima gassazione avvenne il 21 agosto 1943. Il campo di sterminio di Treblinka fu quindi evacuato (era ottobre), ed i prigionieri rimasti trasferiti a Sobibor.
Si stima che in poco più di un anno siano morte qui circa 840.000 persone, numero che dà a Treblinka il triste primato del campo di sterminio del Terzo Reich più sanguinoso, proporzionalmente al tempo d'operatività.
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I campi del Terzo Reich
Arbeitsdorf
(Germania). Campo di lavoro, operativo dall'aprile all'ottobre del 1942.
Vi morirono almeno 500 persone.
Auschwitz
(Polonia). Campo di sterminio e di lavoro, operativo per 1.713 giorni,
dal 20 maggio 1940 al 27 gennaio 1945. Era composto da numerosi campi
satellite, tra i quali è tristemente noto quello di Birkenau. Vi
morirono oltre un milioni di individui.
Bardufoss
(Norvegia). Campo di concentramento reso operativo nel marzo del 1944.
Morirono lì circa 250 persone.
Bełżec
(Polonia). Campo di sterminio, attivo dal marzo del 1942 al giugno
dell'anno seguente. In poco più di un anno furono sterminate circa
500.000 persone.
Bergen-Belsen
(Germania). Campo di concentramento operativo dall'aprile del 1943 allo
stesso mese del 1945. Solo nel 1945 morirono circa 35.000 deportati, ed
altri 30.000 a seguito della liberazione del campo.
Bolzano
(Italia). Campo di concentramento e transito, operativo dal luglio 1944
all'aprile del 1945. Almeno 60 internati vi sono stati uccisi.
Bredtvet
(Norvegia). Adibito a campo di concentramento dall'autunno del 1941.
Breendonk
(Belgio). Campo di concentramento e lavoro, attivo per 4 anni (dal 1940
al 1944). Vi morirono circa 400 prigionieri.
Breitenau
(Germania). Campo di lavoro e concentramento. Nei primi anni '30 fu un
campo di lavoro per il "recupero" dei prigionieri; riaperto nel 1940,
come campo di concentramento, fu liberato nel 1945.
Buchenwald
(Germania). Campo di lavoro attivo dal luglio 1937 all'aprile del 1945.
Vi morirono circa 50.000 internati.
Chełmno
(Polonia). Campo di sterminio attivo in due momenti: dal dicembre del
1941all'aprile del 1943, e dall'aprile del 1944 al gennaio del 1945. Si
stimano che vi abbiano perso la vita almeno 200.000 deportati.
Dachau
(Polonia). Il campo di concentramento operativo per più tempo: dal marzo
1933 all'aprile del 1945. Morirono qui oltre 30.000 internati.
Falstad
(Norvegia). Campo di concentramento operativo dal dicembre 1941 al
maggio del 1945. Vi morirono oltre 200 persone.
Flossenbürg
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1938 al 1945. Si contano
almeno 30.000 vittime.
Fossoli
(Italia). Campo di transito operativo dal gennaio all'agosto del 1944.
Vi morirono 67 internati politici.
Grini
(Norvegia). Campo di concentramento attivo dal 1941 al 1945. Vi furono
rinchiusi oltre 20.000 prigionieri; sconosciuto il numero delle vittime.
Gross-Rosen
(Germania). Campo di concentramento operativo dall'agosto del 1940 al
febbraio del 1945. Almeno 40.000 i caduti.
Herzogenbusch
(Paesi Bassi). Campo di concentramento e transito attivo dal 1943 al
1944. Oggi è monumento nazionale.
Hinzert
(Germania). Campo di concentramento attivo dal luglio 1940 al marzo del
1945. Si stimano almeno 300 caduti.
Jasenovac
(Croazia). Campo di sterminio, che dall'agosto del 1941 all'aprile del
1945 vide morire 700.000 deportati.
Janowska (Lwów)
(Ucraina). Campo di concentramento e sterminio operativo dal settembre
1941 al novembre 1943. dal 1939 al 1944. Sconosciuto il numero esatto
delle vittime, comunque stimato attorno alle 100.000 unità.
Kaufering/Landsberg
(Germania). Campo di concentramento operativo dal 1943 al 1945.
Moriraranno qui oltre 10.000 internati.
Klooga
(Estonia). Campo di concentramento che dall'estate del 1943 al settembre
del 1944 vide morire oltre 2.000 deportati.
Majdanek
(Polonia). Campo di sterminio operativo per 3 anni (1941-1944), dove
morirono almeno 200.000 deportati.
Malchow
(Germania). Campo di concentramento e lavoro attivo dal '43 al '45 e
dipendente dal campo femminile di Ravensbrück.
Maly Trostenets
(Bielorussia). Campo di sterminio operativo dal luglio del 1941 al
giugno del 1944. Vi morirono tra i 200 e i 500mila deportati.
Mauthausen-Gusen
(Austria). Uno dei campi di lavoro e sterminio più durevoli nel tempo:
dal 1938 al 1945. Morirono qui circa 100.000 deportati.
Mechelen
(Belgio). Campo di transito operativo dal 1942 e funzionale al
concentramento degli ebrei per il campo di sterminio di
Auschwitz-Birkenau.
Mittelbau-Dora
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1943 al 1945. Vi morirono
almeno 20.000 internati.
Natzweiler-Struthof
(Francia). Campo di concentramento operativo dal 1941 al 1944. Vide
morire circa 25.000 deportati.
Neuengamme
(Germania). Campo di concentramento attivo dal dicembre del 1938 al
maggio del 1945. Morirono qui oltre 50.000 persone.
Niederhagen
(Germania). Piccolo campo di concentramento operativo per poco più di un
anno (settembre 1941 - inizio 1943). Dei 3.900 prigionieri, 1.285
morirono qui.
Oranienburg
(Germania). Campo di concentramento di modeste dimensioni. Vi morirono
almeno 16 internati.
Osthofen
(Germania). Campo di internamento attivo solo dal marzo del 1933 al
luglio del 1934.
Płaszów
(Polonia). Campo di concentramento operativo dal dicembre del 1942 al
gennaio del 1945. Degli oltre 150.000 prigionieri, persero la vita
almeno in 10.000.
Ravensbrück
(Germania). Campo di concentramento attivo dal maggio del '39 all'aprile
del 1945, noto per ospitare donne e bambini. Dei 150.000 deportati, ne
morirono quasi 100.000.
Riga-Kaiserwald
(Lettonia). Campo di concentramento operativo dal 1942 al 1944. Circa
20.000 i prigionieri, sconosciuto il numero delle vittime.
Risiera
di San Sabba
(Italia). Campo di detenzione e transito reso operativo dal settembre
del 1943 al 29 aprile del 1945. Si stima che almeno 5.000 persone
morirono nel campo.
Sachsenhausen
(Germania). Campo di concentramento attivo dal 1936 al 1945. Degli oltre
200.000 prigionieri, la metà persero la vita.
Sobibór
(Polonia). Campo di concentramento attivo dal 1939 al 1945. Morirono qui
oltre 60.000 deportati.
Stutthof
(Polonia). Campo di concentramento attivo dal 1939 al 1945. Morirono qui
oltre 60.000 deportati.
Lager Sylt
(Isola del Canale). Campo di concentramento attivo dal 1943 al 1944. Dei
circa 1.000 internati, morirono in 460.
Theresienstadt
(Repubblica Ceca). Ghetto e campo di transito attivo dal 1941 al 1945.
Morirono in 35.000.
Treblinka
(Polonia). Campo di sterminio attivo dal luglio del 1942 al novembre del
1943. In poco più di un anno vennero sterminati qui oltre 800.000
individui.
Westerbork
(Paesi Bassi). Campo di concentramento operativo dal 1939 al 1945.
Raccolse oltre 100.000 prigionieri; sconosciuto il numero delle vittime.

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